Dire addio al pannolino con la filosofia montessoriana!
Il momento dello “spannolinamento” è spesso atteso dal genitore con un misto di felicità e di ansia. Da un lato l’adulto è felice del fatto che il bambino possa riuscire a compiere questo ulteriore grande passo verso l’autonomia necessaria alla gestione della propria persona, dall’altro lato però è preoccupato, teme le possibili regressioni che il bambino potrà incontrare lungo il percorso e ha paura di non riuscire a gestire il processo correttamente.
Ma cosa significa per un bambino dire addio al pannolino? Quando questo diviene possibile e come può l’adulto accompagnarlo correttamente verso questa grande conquista?
La filosofia montessoriana ci giunge ancora una volta in aiuto e ci offre alcuni spunti preziosi per affrontare questo processo in maniera più consapevole e più rispettosa.
Rifacendoci ai principi cardine del pensiero di Maria Montessori possiamo affermare che, anche in questo caso, sarà fondamentale:
- Seguire il bambino, i suoi tempi e le sue necessità;
- Amare il bambino, mostrargli affetto, offrirgli un sostegno emotivo forte;
- Stimolare e favorire la sua ricerca di autonomia;
- Creare un ambiente preparato adeguato.
Quando il bambino è pronto per iniziare questo percorso?
Il bambino può iniziare ad intraprendere il delicato passaggio dal pannolino alle mutandine quando diversi processi di sviluppo si sono concretizzati a livello fisiologico, cognitivo, motorio e, soprattutto, emotivo. Intorno ai 12-14 mesi di vita ha inizio il lungo e lento processo di mielinizzazione delle fibre nervose che prelude al periodo sensitivo del controllo degli sfinteri. La capacità di controllo sfinterico è una forma di controllo complessa, che il bambino deve poter imparare a comprendere e a regolare gradualmente, attraverso l’esercizio. Con il tempo, in particolare intorno ai 18 mesi, egli percepirà in maniera sempre più viva l’impulso ed esercitandosi arriverà infine a mantenere tesa la muscolatura fino a che non arriva in bagno.
I principali segnali che indicano che il bambino è pronto ad iniziare ad abbandonare il pannolino sono di varia natura.
Sul piano comportamentale-motorio:
- Rimane asciutto per lungo tempo, anche per tutta la notte;
- Si reca in bagno da solo;
- Si abbassa e si rialza da solo i pantaloni;
- Mostra curiosità anche per le abitudini igieniche degli altri;
- Mostra interesse per storie e racconti aventi per oggetto la pipì e la cacca.
Sul piano emotivo:
- Non ha paura del bagno;
- Mostra interesse verso il bagno e verso il water;
- Cerca la privacy quando vive momenti riguardanti i propri bisogni;
- Manifesta insofferenza verso il pannolino, lo rifiuta;
- E’ pronto a separarsi da qualcosa che è parte di sè, lasciandolo uscire dal proprio corpo.
Sul piano cognitivo e linguistico:
- È in grado di comprendere le relazioni causa-effetto (centrale per associare stimolo-bisogno);
- Presta attenzione all’impulso anche quando è impegnato in una attività (una sfida per molti bambini: questo è il motivo principali per cui gli incidenti possono essere comuni!);
- Distingue pipì e cacca, conosce ed utilizza correttamente le parole corrispondenti;
- Avvisa l’adulto della necessità di espletare i propri bisogni.
Se dunque nella media il bambino inizia ad avere gli strumenti per abbandonare il pannolino intorno ai 15-18 mesi è tra i 18 e i 36 che generalmente il traguardo viene raggiunto. Alcuni bambini lo raggiungono prima, altri più tardi, e raramente il percorso è lineare e privo di regressioni.
L’adulto deve avere chiara consapevolezza della normalità di tutto ciò e prestare attenzione a sostenere con pazienza il bambino, seguendolo sempre. E’ lui la nostra guida!
Come facilitare il bambino: un ambiente preparato
È importante che l’adulto si impegni a creare un ambiente che faciliti il bambino nel dire addio al pannolino.
Generalmente l’adulto tende ad offrire al bambino il vasino, un aiuto intelligente ma che non sempre riscontra le simpatie dei piccoli. Molti bambini infatti si mostrano molto più felici nell’utilizzo del wc dell’adulto, grazie al ricorso a speciali riduttori. Per il bambino sarà semplice utilizzare anche il normale wc in maniera autonoma se gli si metterà a disposizione una scaletta o sgabello.
Nel caso in cui il bambino voglia utilizzare il vasino prestate attenzione a fare in modo che esso occupi nell’ambiente un posto fisso e ben noto al bambino, e che quindi egli sia in grado di accedervi liberamente e facilmente quando ne senta la necessità.
E’ bene che il bambino abbia a disposizione vicino la toilette anche quanto necessario per potersi lavare ed asciugare le mani una volta terminato.
Quando il bambino ha espletato le proprie necessità coinvolgetelo nella pulizia. Se ha utilizzato il vasino “salutate” insieme la parte di lui che se ne va nel wc (si è già fatto riferimento alla difficoltà che rappresenta per il bambino il dire addio ad una parte di sè) e poi fatevi aiutare nella pulizia del’oggetto. L’attività lo responsabilizza e lo rende ancor più protagonista dell’intero processo.
Un ulteriore aiuto: il vestiario
Per aiutare il bambino ad acquisire l’autonomia necessaria diamogli dei vestiti comodi, facili da mettere e da togliere da sè quando necessario. Meglio evitare quindi body, vestiti con chiusure sulla schiena o difficilmente raggiungibili dal bambino.
Preferite quindi vestiti elastici, morbidi, semplici da gestire e quando il vostro bambino manifesterà il bisogno di recarsi in bagno non sostituitevi a lui: dopo avergli mostrato le azioni da compiere per raggiungere il risultato finale lasciate che si spogli da solo, che si sieda e che rimanga seduto per tutto il tempo necessario, senza pressioni e senza fretta. Una volta terminato invitatelo a pulirsi, a svuotare il vasino e a tirare lo sciacquone, quindi a rivestirsi!
Una storia per facilitare il processo: libri e filastrocche
Il bambino si trova in un momento dello sviluppo in cui storie, filastrocche e racconti esercitano su di lui un grande fascino.
Oltre ad essere una risorsa per l’arricchimento linguistico, le storie aiutano il bambino ad elaborare e a comprendere meglio aspetti del suo stesso vissuto, riuscendo così a compiere importanti progressi.
È quindi consigliabile, dato l’interesse mostrato dal bambino verso il processo, proporgli anche la lettura di storie aventi per oggetto l’addio al pannolino.
Per rendere più piacevole l’esperienza del bambino si può pensare di allestire un piccolo spazio per i libri proprio di fianco al vasino, con delle apposite letture che il bambino potrà sfogliare durante le attese sul vasino o sul wc!
L’importanza delle routine
Un ulteriore aiuto che possiamo offrire al bambino è quello di stabilire delle routine che lo aiutino a controllare meglio i propri bisogni. Chiedergli in continuazione se ha necessità di andare in bagno può infatti generare nel bambino ansia, stress, frustrazione. Piuttosto sosteniamolo abituandolo a recarsi in bagno prima e dopo momenti come il riposo o il pasto, prima e dopo essere usciti di casa, prima e dopo il nido. Quando si ha l’impressione che il bambino potrebbe avere la necessità chiederglielo con gentilezza, senza pressioni o imposizioni, accettando anche un suo rifiuto. Dobbiamo offrirgli la possibilità, anche attraverso errori ed inevitabili incidenti, di imparare a regolare e a soddisfare da sè le proprie necessità, anche fisiologiche.
In conclusione
Diffidate quindi di tutti quei metodi presunti miracolosi che affermano che “In 7 giorni il bambino dirà addio al pannolino“!
La verità è che non esiste una formula magica precostituita da applicare rigidamente ad ogni bambino. Ognuno di loro è diverso, ognuno ha i suoi tempi, i suoi modi di affrontare le diverse conquiste e una specifica, peculiare sensibilità che dobbiamo mirare a non urtare ad ogni costo!
Sarà il bambino, attraverso la propria condotta, a mostrarci quello di cui ha bisogno per muovere questo grande ulteriore passo per l’indipendenza. Ciò che spetta a noi è offrirgli gli strumenti, accompagnarlo con amore e con pazienza, rispettando i suoi tempi. D’altronde, come ricorda la stessa Maria Montessori: “Chi non comprende che insegnare a un bambino a mangiare, a lavarsi e vestirsi, è lavoro ben più lungo, difficile e paziente che non imboccarlo, vestirlo, lavarlo? Il primo è il lavoro dell’educatore, il secondo è il lavoro inferiore e facile del servo”[1].
Se l’articolo ti è piaciuto condividilo!
[1]MONTESSORI M., La scoperta del bambino, Garzanti, 1999, p. 62.
Bella spiegazione semplice e realizzabile per genitori attenti .
E se il bambino che ha tolto il patello di giorno intorno ai 3 anni e mezzo, continua ad usarlo di notte anche a 8 anni perché si bagna, che fare?
Gentile Barbara,
il fenomeno dell’enuresi notturna è piuttosto comune e riguarda quasi il 10% dei bambini dopo i 6-7 anni.
L’unico intervento possibile in questi casi è cercare di comprendere le motivazioni di fondo che generano il fenomeno.
Se non l’ha già fatto non abbia timore di chiedere direttamente a lui cosa succede. E’ grande abbastanza da capire cosa prova, cosa sente e cosa affolla la sua mente. Affronti la questione con serenità, in un momento di tranquillità, senza che il bambino si senta giudicato. Gli parli non con un tono di voce indagatorio o di rimprovero, ma interessato, curioso, non giudicatorio. Sia di contenimento per lui.
Spesso alla base di questi episodi di regressione c’è un nodo problematico, ad esempio una scarsa fiducia in se e nelle proprie capacità di controllo, oppure semplicemente un timore nell’abbandonare un oggetto, come il pannolino, che rassicura e impedisce “brutte figure”. Spesso il problema si risolve da se, soprattutto se saprà trovare il canale di comunicazione adatto per trasmettergli un messaggio fondamentale: è lui l’autore del suo sviluppo e del suo progresso e da lui dipende la possibilità di superare questo piccolo blocco.
Cordiali saluti
Grazie per le indicazioni! Mio figlio ha 3 anni e 3 mesi ma ancora non siamo riusciti nemmeno a tentare lo spannolinamento, perché lui rifiuta di togliersi il pannolino e non vuole nemmeno avvicinarsi a vasino o wc… Se gli propongo giochi e letture al momento sembra entusiasta ma poi si blocca, o meglio si dispera!
Ha una buona proprietà di linguaggio, riconosce gli stimoli e al mare è stato l’unico momento in cui siamo riusciti a farlo stare senza pannolino, ma aspettava di averlo per fare pipì quindi penso abbia il controllo sfinterico.
Per ora ho sospeso tutto e pensavo di aspettare una decina di giorni, ma sono un po’ preoccupata perché a settembre inizierà la scuola dell’infanzia… Inoltre temo che abbia avvertito la mia ansia e che ormai abbia associato il togliere il pannolino a un’emozione negativa…
Gentile Silvia,
si, da quello che racconta è possibile che il bambino abbia associato un po’ di ansia alla situazione-bagno, ma niente panico! In realtà in questi processi è fondamentale tenere sempre presente il principio cardine secondo cui è il bambino a realizzare il proprio progresso psicofisico. Noi possiamo solo offrirgli le migliori condizioni affinché esso possa dispiegarsi liberamente e serenamente, ma in definitiva è lui che deve compiere le diverse conquiste. Io consiglio sempre di mettersi nei loro panni, guardare le situazioni con i loro occhi: come ci sentiremmo se da un giorno all’altro ci venisse tolto un oggetto garante di sicurezza (come il pannolino è per il bambino piccolo), oppure se fossimo costretti ad abituarci frettolosamente ad un nuovo modo di separarci e abbandonare una parte di noi (per il bambino pipì e cacca sono una parte di sè, la cui separazione deve essere compresa ed elaborata). Dategli tempo, vedrà che la situazione scuola potrà essere, se le maestre saranno competenti e capaci di sostenerlo e contenerlo, uno stimolo al progresso, soprattutto grazie all’esempio dato dagli altri bambini. Visto che fa caldo, lo lasci senza pannolino a casa, e renda l’angolo vasino accogliente e attraente. Non lo inviti però ad usarlo direttamente, si limiti a predisporlo e a lasciarlo liberamente accessibile. Un giorno, improvvisamente, se non si sentirà più indirettamente sotto pressione magari deciderà spontaneamente di servirsene! ☺️
Grazie mille per le rassicurazioni e i preziosi consigli!