Genitori efficaci? La chiave è essere autentici

Genitori efficaci? La chiave è essere autentici

 

Questo articolo nasce a seguito della curiosità manifestata da molti dopo che ieri ho condiviso sulla pagina Facebook di Aiutami a fare da me questa frase dello psicologo Thomas Gordon:

 

Sii il genitore che avresti voluto avere

 

Diverse persone mi hanno scritto per sapere di piú su Gordon e su cosa egli intendesse quando parlava di “genitori efficaci”.

Ho conosciuto Thomas Gordon durante gli studi universitari. Una docente ci assegnó la lettura del suo Insegnanti efficaci.

Ricordo che sul momento il titolo mi colpì, ma non in senso particolarmente positivo. Mi sembrava uno slogan, alla stregua di quei “libri-medicina” che promettono di renderti docente/educatore/genitore perfetto in tre semplici mosse.

Non esitai comunque a comprarlo e a dedicarmi alla sua lettura.

Dopo solo poche pagine dovetti ricredermi.

Il linguaggio di Gordon è schietto, semplice e diretto. Mi piacque subito perchè non si perdeva in arzigogolate riflessioni teoretiche, ma mi parlava in maniera chiara, mettendomi di fronte a veritá sconcertanti nella loro semplicitá, offrendo strumenti intelligenti e, soprattutto, applicabili non solo nella relazione docente-alunno, ma in ogni relazione umana.

 

Chi era Thomas Gordon

 

Psicologo clinico, Gordon fu allievo e in seguito collaboratore di Carl Rogers, padre della psicologia Umanistica e fondatore dell’Approccio Centrato sulla Persona.

Il lavoro di Rogers, assolutamente rivoluzionario per l’epoca, ispirò profondamente Gordon, portandolo a concentrare la propria attenzione sullo studio della qualitá delle relazioni.

La conclusione cui giunse è, per quanto apparentemente banale, di fondamentale importanza: la qualità delle relazioni che ogni persona intrattiene (siano esse familiari, scolastiche, lavorative..) determina in buona misura il suo benessere e la sua salute.

Piú la loro qualità sarà alta, piú possibilità avrà quella persona di sviluppare le proprie abilità e compentenze e di sperimentare senso di autoefficacia, uno dei fattori principali per il benessere individuale.

Famiglia e scuola, quindi, in quanto fondamentali agenzie educative, hanno un ruolo centrale nel garantire un positivo clima relazionale e, di conseguenza, la buona crescita della persona.

Ma ció avviene veramente?

Studiando le dinamiche relazionali sussistenti nelle scuole e presso le famiglie, Gordon mise in evidenza come quello prevalente fosse per lo piú uno stile relazionale fondato sul potere e il controllo autoritario dell’altro.

Oggi potremmo dire che la tendenza è verso uno stile molto più permissivo, che però facilmente degenera in un pericoloso atteggiamento lassista, in cui i bambini finiscono inesorabilmente per essere abbandonati a se stessi.

Proprio per questo molti invocano il ritorno al pugno duro, unica soluzione per evitare di “tirar su dei delinquenti”…

La verità, ci dice Gordon, è che tanto lo stile relazionale fondato sul potere quanto quello improntato al laissez faire sono dannosi ed inefficaci.

Esiste però una terza via, capace di favorire una crescita positiva ed efficace. La via democratica.

 

 

Essere genitori efficaci

 

A livello puramente etimologico essere efficaci significa essere in grado di produrre il proprio effetto, di riuscire ad ottenere il risultato che si desidera.

E cosa può desiderare un genitore se non di fare il possibile per educare il proprio bambino affinchè sia sereno e responsabile, autonomo e capace di autodeterminarsi?

Ma come realizzare questa massima aspirazione? Da dove partire per sostenere i nostri bambini in un percorso di crescita equilibrato?

Ebbene, ci dice Gordon, il primo passo è essere se stessi.

Mi spiego meglio.

Secondo Gordon molti adulti, una volta avuto un bambino, credono di dover assumere un ruolo, “indossare la tonaca del genitore” ed avere, di conseguenza, il diritto/dovere di esercitare il proprio potere sui figli.

Ancor peggio, nella relazione genitoriale molti finiscono per pensare solo secondo termini di vittoria e sconfitta: si passa dal “Gliele do tutte vinte” (stile lassista, tu vinci e io perdo) al “Io sono l’adulto, quindi decido io” (stile autoritario, tu perdi e io vinco).

Per Gordon invece, un genitore efficace è tale innanzitutto perchè rimane autentico. Egli non rinuncia alla sua identità e non ha paura di mostrare i suoi sentimenti. Recitando un ruolo, una parte, perdiamo infatti in spontaneità ed è molto più probabile per noi finire per comportarci in maniera innaturale o non sapere come agire.

 

Dimenticare la propria umanità è il primo grave errore di chi diventa genitore.
Un genitore efficace è quello che si concede di essere una persona, una persona autentica.
I figli apprezzano molto queste qualità di schiettezza e di umanità nei propri genitori.

Thomas Gordon

 

Accettare pienamente se stessi, con le proprie sicurezze ma anche le proprie debolezze, è il primo, fondamentale passo per accettare il proprio bambino, esattamente cosí com’è.

Il nostro bambino non è, infatti, una marionetta nelle nostre mani, da cercare di plasmare a nostro piacimento. Egli è, fin dall’inizio, persona, con sentimenti, aspirazioni e bisogni del tutto particolari, che meritano rispetto, ascolto e considerazione.

Il presupposto per una relazione parentale efficace diventa allora l’abbandono da parte dell’adulto di uno schema direttivo o giudicante, in favore di un contatto caratterizzato da interesse, apertura e accettazione.

Il genitore efficace punta, piú che sul parlare, sull’osservare e sull’ascoltare il proprio bambino. Un ascolto che è vero, attivo, che riflette all’interlocutore messaggi e sentimenti sottesi, aiutando entrambi a comprendersi in profondità. Ascolto attivo lo chiama Gordon.

Anche quando comunichiamo, persino in situazioni potenzialmente conflittuali, possiamo fare molto secondo Gordon per garantire che la relazione sia salvaguardata. L’importante è uscire dalla logica vincitori/perdenti e entrare in quella improntata al problem solving.

Ciò non solo è possibile, ma è anche più semplice di quanto si creda. Riuscirci aiuta sia i genitori, che sapranno rimanere centrati anche nelle situazioni più difficili, sia i loro figli, che avranno l’opportunità di crescere con una cassetta degli attrezzi che permetterà loro di orientarsi anche nei momenti più complessi della propria vita.

 

In conclusione

 

Gordon e la sua opera hanno segnato profondamente il mio percorso. Esattamente come Maria Montessori egli ha messo in luce come l’adulto, molto prima del saper fare, debba preoccuparsi del saper essere.

Il suo è un “metodo” volto a favorire l’acquisizione di consapevolezze e strategie per creare un ambiente relazionale democratico, basato sulla fiducia nelle persone e nella loro capacitá di autodeterminarsi al bene.

Consiglio ad ogni persona, non solo ai genitori o agli insegnanti, la lettura dei suoi testi.

 

 

Imparare a praticare l’accettazione e l’ascolto è di vitale importanza ben al di fuori della sfera familiare o scolastica.

È una occasione per offrire il proprio contributo al miglioramento della società intera.

 

È uno di quei paradossi semplici ma bellissimi della vita: quando una persona sente di essere sinceramente accettata per quella che è, si sente libera di prendere in considerazione un possibile cambiamento, di pensare a una possibile crescita, a cosa vorrebbe diventare, a come realizzare maggiormente il proprio potenziale.

Thomas Gordon

 

 

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