I bambini e il piacere dell’acqua

L’acqua esercita un potere straordinario sui piccoli, poiché gli consente di ritrovare le sensazioni sperimentate nella pancia della mamma durante la gestazione. All’interno dell’utero il bambino ha trascorso mesi cullato e massaggiato dai movimenti del liquido amniotico e il contatto con l’acqua gli permette ora di rivivere quell’esperienza di protezione, contenimento, calore e rilassatezza.
Ma come fare per salvaguardare una buona relazione dei bambini con l’acqua ed evitare che momenti come quello del bagnetto si trasformino da momenti di idillio a esperienze di paura e disagio?
Vediamolo insieme con l’aiuto di Eleonora Pisoni, educatrice acquatica, orientatrice familiare, formatrice e ideatrice dell’approccio acquatico educativo ACQUA IN MOVIMENTO®.
Eleonora, perché l’acqua è così importante per i bambini fin dalla nascita?
Il bambino vive immerso nel liquido amniotico che lo permea, lo avvolge, lo culla. Lo difende da movimenti bruschi, da luci intense e da suoni troppo forti. Lo avvolge completamente. È importante pertanto ricreare fin dal primo momento acquatico extrauterino un approccio lento e rispettoso.
Possiamo creare il nostro spazio acquatico casalingo fin dalla prima esperienza.
È necessario aspettare che cada il cordone ombelicale (circa 10 giorni dopo il parto) e che sia completamente cicatrizzato.
Nel frattempo si possono fare delle spugnature di acqua tiepida su tutto il corpo ad eccezione della zona del cordone ombelicale.
Dopo la cicatrizzazione del cordone ombelicale è possibile immergere il corpo del bambino completamente in acqua facendo attenzione a far bagnare le orecchie in modo graduale e cercando poi di mantenerle o sopra o completamente sotto, per evitare che l’acqua faccia dentro e fuori dalle orecchie. In questo modo creeremo un momento speciale di contatto, di relax e di coccole per genitore e bambino. Le coccole sono carezze emotive e sono il vero nutrimento.
L’acqua ci permette di amplificare ogni emozione attraverso l’abbraccio: vivere il massaggio e il dondolio immersi tra le braccia di mamma o di papà crea sensazioni piacevoli che permettono al corpo del bambino di liberare endorfine, gli oppiacei naturali del nostro sistema nervoso, che inducono uno stato di benessere.
L’acqua inoltre crea una situazione privilegiata perché permette di innescare un circolo virtuoso dove genitore e figlio si trasmettono a vicenda un messaggio tranquillizzante.
Possiamo persino utilizzare l’acqua per soddisfare due bisogni del bambino: l’allattamento, se siamo immersi con lui, per rafforzare il legame tra mamma e bambino e goderci il momento della poppata in leggerezza e il sonno regalandogli un’esperienza unica che imprime nella sua memoria corporea un’azione regolarizzante sui ritmi sonno-veglia.
Cosa possiamo fare se, ad un certo punto, vediamo emergere nel nostro bambino paura verso l’acqua? Potrebbero esserci delle cause particolari?
Alla nascita difficilmente viene vissuta la paura dell’elemento acqua da parte del bambino ma potrebbero verificarsi dei passaggi difficoltosi durante il parto che poi possono riemergere durante il contatto con l’acqua nella vita extrauterina.
Alcune manifestazioni le possiamo osservare già dai primi contatti con l’acqua sia a livello casalingo che all’inizio di un percorso in acqua intrapreso nei primi mesi di vita del bambino.
Potremmo osservare che quando l’acqua si avvicina alla testa e al viso, il bambino, manifesti fastidio, disagio, irrequietezza e a volte anche una gestione difficoltosa del limite aria-acqua.
È molto importante non cogliere il bambino di sorpresa rovesciando acqua in testa e in faccia, ma è necessario che lo si aiuti ad avvicinarsi e ad adattarsi gradualmente all’acqua.
Nella crescita invece il bambino manifesta delle paure personali rispetto alla relazione con l’acqua che possono essere legate ad alcune fasi psicofisiche che il bambino sta attraversando oppure ad eventi e vissuti non positivi con l’elemento acqua.
È fondamentale che l’acqua sia introdotta con rispetto nei confronti del bambino perché pur essendo un elemento naturale non è scontato che sia così spontaneo l’approccio che il bambino manifesta. L’acqua ci riporta all’importanza del tocco. Ricordiamoci che un buon rapporto con il nostro corpo dipende da come è stato toccato, è stato amato ed è stato accudito una goccia alla volta.
Quali consigli possiamo offrire ai genitori per la gestione del momento del bagnetto perché sia un’esperienza bella e piacevole per tutti?
Il bagnetto è la prima esperienza extrauterina in acqua dopo la nascita. Possiamo renderlo perciò un momento magico. Nei primi mesi di vita del bambino è un’esperienza di grande contatto con mamma e papà e di profonda tenerezza.
Nella crescita del bambino si trasforma in uno spazio di gioco.
I genitori possono rendere speciale il momento del bagnetto, dedicandogli tempo ed attenzione, considerandolo come un mezzo di conoscenza reciproca tra loro e il neonato.
Il bagnetto a casa è anche un momento di condivisione importante che consente ai genitori di comunicare al bambino emozioni e amore.
Ogni genitore giorno dopo giorno impara a conoscere il suo piccolo e capisce che cosa lo rende felice e che cosa lo può infastidire. Ognuno di noi scoprirà gradualmente cosa rende piacevole il bagnetto per il proprio bambino.
Il bambino intorno ai 2 anni potrebbe manifestare disagio nel rapporto con il bagnetto.
È importante pertanto trasformare il momento del bagno in uno spazio di gioco tutto vostro. Meglio evitare inizialmente tutto quello che potrebbe infastidire: in modo particolare la fretta, il lavaggio dei capelli, bagnare o schizzare viso e occhi, insistere troppo con la pulizia o usare il doccino.
Basterà mettere nell’acqua un po’ di amido di riso per rinfrescarlo e lasciargli il tempo di riprendere il suo tempo e la sua confidenza con l’elemento e la sicurezza.
Permettiamo al nostro bambino di utilizzare dei giochi, di varie forme, colori e consistenze tra cui piccole ciotoline ed innaffiatoi per potersi versare l’acqua sul corpo in autonomia ed eventualmente degli animaletti e/o bambole per poter giocare a lavarli.
Spesso anche il gioco simbolico insieme al tuo bambino alleggerisce questa fase di disagio. Il gioco del “far finta” rappresenta per il bambino l’opportunità di fare una esperienza creativa e sensoriale attraverso una storia che ha un principio, un’evoluzione e una conclusione. Lascio spazio alla vostra fantasia per immaginare in cosa o chi trasformarsi all’interno dell’acqua…
Parlaci meglio dell’acquaticità. In cosa consiste esattamente e perché i genitori dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso di acquaticità con i loro bambini?
Il contatto con l’acqua, una dimestichezza e confidenza maggiori si ottengono più facilmente nei primissimi anni o, secondo alcuni studi, nel primo anno di età del bambino.
Per i bambini molto piccoli infatti non si parla ancora di nuoto ma di acquaticità.
Attraverso il gioco, la relazione con i genitori e l’ambiente, il bambino acquisisce una maggior conoscenza del proprio corpo e delle sue funzioni.
Già un mese dopo le prime vaccinazioni, a 3 mesi, i neonati possono seguire un percorso di acquaticità. È comunque importante che venga ascoltato un parere pediatrico rispetto all’inizio dell’attività.
Sia pure sotto forma di gioco il bambino può entrare subito in confidenza con l’acqua, perché è un elemento che ha conosciuto prima della nascita.
Iniziare nei primi mesi di vita vuol dire permettere al neonato di ricercare e poter ritrovare le sensazioni che provava nel grembo materno per poi gradualmente trasformare l’attività in un teatro di importanti esperienze motorie, acquatiche e di partecipazione attiva con l’ambiente…sempre in forma di gioco.
Nella scelta di un percorso neonatale è importante valutare il tipo di informazione che viene fornita, la modalità di accoglienza e se l’ambiente è adeguato.
Lo sviluppo dell’essere umano avviene attraverso la relazione, pertanto un genitore deve poter scegliere un percorso dove vengono rispettati i valori, i limiti, le paure, i tempi e i modi del genitore stesso e del bambino.
Riassumo qui i benefici dell’acqua per la diade o la triade, (mamma-papà-bambino), che scelgono di intraprendere un percorso di acquaticità:
– Prosegue in modo naturale il passaggio dall’acqua all’acqua
– Alleggerisce il peso corporeo
– Ricrea in modo spontaneo l’abbraccio
– Accompagna all’ascolto del proprio corpo e di quello del bambino
– Aiuta a rallentare e vivere il qui e ora
– Permette un gioco tra incontro e separazione dalla figura genitoriale
– Accoglie, attenua, media e amplifica le nostre emozioni.
Ti andrebbe di raccontarci qualcosa del tuo approccio “ACQUA IN MOVIMENTO®”?
ACQUA IN MOVIMENTO® è una proposta acquatica che parte dall’ascolto delle persone, dalle loro capacità, dai loro limiti e dalle loro paure. Le conquiste vengono interiorizzate, in quanto, passano attraverso la propria esperienza, la storia personale, la sperimentazione, il gioco e l’immaginazione.
Questo approccio accoglie in acqua persone di ogni età, dal grembo materno fino all’età adulta, nessuno escluso.
L’acqua è tra i quattro elementi il più presente nella ricerca simbolica.
È l’elemento che più di ogni altro si carica di significati legati all’origine della vita e rappresenta per eccellenza il principio vitale che penetra le cose della natura.
Il Movimento dell’acqua è il custode di tutte le attività connesse alla rigenerazione e riproduzione, alla nascita, alla crescita e al respiro che ci permette di vivere il quotidiano. L’Acqua ci permette di vivere il corpo attraverso le emozioni.
Ho scelto l’acqua e il suo movimento perché ci accompagnano una goccia alla volta a conoscere noi stessi e a trovare il proprio spazio privilegiato di contenimento, di nutrimento, di ascolto, di libertà, di gioco e di condivisione per vivere con maggiore attenzione, rispetto, serenità e naturalezza le nostre emozioni che si imprimono nella memoria del nostro corpo.
Ho creato pertanto un approccio educativo ed innovativo che sviluppa i metodi pedagogici più importanti all’interno dell’elemento ACQUA dove vengono rispettati i tempi e i modi di ognuno attraverso l’aspetto principale che l’acqua amplifica:
la relazione.
Il motto che mi accompagna in questa splendida scelta e professione è: una goccia alla volta.
Grazie ancora ad Eleonora Pisoni per averci accompagnato nel meraviglioso mondo dell’acquaticità neonatale e della magica relazione tra bambini ed acqua.
Potete entrare in contatto con Eleonora nei seguenti modi:
Contatti
Instagram @eleonorapisoni
www.eleonorapisoni.it (sito in allestimento)
mail:info@eleonorapisoni.it
Centri di Riferimento con Approccio ACQUA IN MOVIMENTO®
@villaggioamico
https://energycenter.online/la-piscina/acqua-in-movimento/
@waveparcoesport
https://www.wavesportsesto.it/sport/mondo-acqua/percorso-nascita-crescita/
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Per approfondire ed applicare la pedagogia Montessori in casa, leggi il mio nuovo libro:






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