Le bambole empatiche: quando la bambola non è solo un giocattolo

Le bambole empatiche: quando la bambola non è solo un giocattolo

 

Gli scaffali dei negozi traboccano letteralmente di bambole di vario genere, parlanti e non, ricche dei più svariati accessori.

Vorrei però parlarvi qui di una tipologia tutta particolare di bambole, le Bambole empatiche.

Cos’hanno di diverso che le rende uniche nel loro genere?

Beh, senza dubbio si tratta di qualcosa di ben diverso dal classico bambolotto in plastica.

Esse vengono definite “bambole empatiche” per via delle loro caratteristiche: le fattezze, la consistenza morbida e l’espressione dolce del viso facilitano la creazione di un reale e forte legame emotivo tra loro e il bambino, aiutando quest’ultimo ad elaborare la propria affettività.

Il prendersene cura aiuta molto i piccini, soprattutto se stanno vivendo stati d’ansia, nervosismo, problemi di aggressività e persino insonnia.

 

La nascita delle bambole empatiche

 

La loro origine risale agli anni Novanta, quando la psicoterapeuta Britt Marie Egedius Jakobsson realizza la prima bambola empatica per il suo bambino autistico, con lo scopo di aiutarlo ad esternare le proprie emozioni ed offrirgli stimoli alla relazione interpersonale.

La bambola ebbe un tale effetto benefico sul piccino, che da tale esperienza nacque un vero e proprio approccio terapeutico, la “Doll Therapy”, oggi largamente utilizzata non solo nei casi di autismo ma anche in quelli di demenza o Alzheimer.

I benefici del gioco con queste bambole sono però indiscutibili per tutti i bambini.

Come noto, la bambola rappresenta un oggetto simbolico estremamente importante. Nel gioco con essa il bambino rivive e impara a conoscere le situazioni reali di vita, proietta il proprio vissuto e sperimenta differenti ruoli (la mamma, il papà…).

 

Joyk Puppen

 

Per tutte queste ragioni è bene prestare grande attenzione a cosa scegliamo di offrire al nostro bambino.

L’accuratezza dei dettagli, la morbidezza e le dimensioni di queste bambole suscitano nel bambino affetto, fiducia e un naturale istinto di cura.

Esse possono accompagnarlo in momenti difficili come la nascita di un fratellino/sorellina e aiutarlo a comprendere situazioni nuove e sconosciute.

Insomma, giocando e prendendosi cura di loro, i bambini sviluppano l’empatia, le competenze sociali ed emotive.

Non esiste una età a cui proporle. Essendo materiali sicuri possono accompagnare i bambini fin dai primi mesi, anche se la vera attività ludica con loro avrà inizio probabilmente dopo l’anno e mezzo.

 

Quale bambola scegliere?

 

Esistono diverse aziende ormai specializzate nella produzione di questa particolare tipologia di bambola.

Mi sento di raccomandare in particolare quelle Rubens Barn, realizzate a mano con la massima cura e con materiali di ottima qualità (cotone biologico certificato e sicuro).

 

 

A primo impatto il loro prezzo potrebbe sembrare proibitivo, ma esso non si discosta poi molto da quello del più noto “Cicciobello”, il cui valore educativo (e non solo) risulta tuttavia notevolmente inferiore.

Esistono Rubens Barn di varie dimensioni (dai bebè ai bambini più grandi) ed etnie. Essendo realizzate a mano, ogni pezzo è unico e assolutamente speciale, destinato a durare nel tempo.

Trovo le bambole empatiche un’ottima risorsa per i più piccini. E voi, che ne pensate?

 

Se l’articolo ti è piaciuto condividilo!   

 

 

Per approfondire ed applicare la pedagogia Montessori in casa, leggi il mio nuovo libro:

 

 

 

 

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *