Non dirmi “Bravo!” – Modi per incoraggiare e motivare il nostro bambino in maniera efficace

Non dirmi “Bravo!” – Modi per incoraggiare e motivare il nostro bambino in maniera efficace

 

Sono ormai moltissimi gli articoli e i libri che spiegano i pericoli insiti nell’utilizzo delle punizioni, della sculacciata e persino del cosiddetto “Time out“.

Molto più difficile è, invece, trovare una attenta riflessione sull’utilizzo di quello che in psicologia viene definito il rinforzo positivo. Il “Bravo!” ne è un esempio.

Sia chiaro: l’intento di questo articolo non è quello di mettere in discussione l’importanza di incoraggiare e sostenere i bambini, anzi. Essi necessitano amore e supporto tanto quanto l’aria che respirano.

Il problema è costituito, piuttosto, dalle lodi incondizionate e dalla manipolazione spesso sottesa ad esse.

Vediamo perché.

 

Perché le lodi non accrescono l’autostima

 

Quando ci relazioniamo con un bambino dicendogli “Bravo!“, chiaramente lo facciamo carichi di propositi positivi. In particolare, lo facciamo perché ci è stato detto che gratificare verbalmente con frequenza il bambino lo aiuta a sviluppare la sua autostima.

Questa convinzione, apparentemente innocua, è però errata e persino potenzialmente dannosa.

L’autostima infatti è un processo soggettivo che porta la persona “a valutare e apprezzare se stessa tramite l’autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni“*.

Questo significa che l’autostima non è qualcosa che si crea semplicemente ricevendo lodi dall’esterno, bensì un processo complesso, che ha origine nell’interiorità di ognuno e che si struttura giorno dopo giorno sulla base delle esperienze compiute e della loro rielaborazione.

Certo, l’autostima può e dovrebbe essere promossa dagli adulti di riferimento, ma non attraverso la lode incondizionata. Un bambino lodato per qualsiasi cosa, anche quando non ve n’è ragione, diventerà probabilmente un adolescente non in grado di sopportare la minima frustrazione e un adulto incapace di gestire la realtà della vita, alla continua ricerca di conferme esterne.

Il bambino, piuttosto, può essere aiutato a sviluppare la propria autostima mettendo l’accento sui processi da lui compiuti, invece che sui prodotti realizzati.

Liquidare un bambino che ci mostra il suo disegno con un “Bravo!” non lo aiuterà ad crescere sicuro di sé. Molto più utile sarà invece soffermarci con lui nell’analisi dei processi compiuti: “Devi esserti concentrato molto per fare questo disegno. Ti è piaciuto farlo? Ti va di raccontarmi cos’è?

Un intervento di questo tipo infatti stimola da parte del bambino una riflessione sulle proprie azioni e scelte, e lo aiuta ad esprimere una sua valutazione del proprio operato, invece di renderlo dipendente da ciò che l’adulto pensa e crede riguardo a ciò che fa.

 

Tinystep

 

Più incondizionatamente e immotivatamente lo lodiamo, più rischiamo che egli sia dipendente dalle nostre  valutazioni e decisioni circa ciò che è bene e ciò che è male, anziché imparare a formulare i suoi propri giudizi.

Dunque, anche se l’intento con cui lodiamo il bambino è quello di esprimere la nostra gioia per quello che ha fatto, prestiamo attenzione a valorizzare maggiormente la sua capacità di autovalutazione.

 

Una sottile manipolazione

 

Oltre che essere poco efficace sul piano dell’autostima, il “Bravo!” nasconde a volte una sottile forma di manipolazione.

Immaginiamo insieme una situazione classica in cui ciò avviene.

 

Donnaclick

 

Mamma e bambino di due anni sono seduti a tavola. Il bambino finisce quello che ha nel piatto e la mamma subito esclama “Che bravo bambino!“.

Cosa è appena successo? Invece di limitarsi ad una considerazione oggettiva della situazione, la mamma ha espresso un giudizio sulla persona.

Si tratta di una differenza molto sottile, eppure di grande importanza. In questo caso, infatti, il bravo ha una funzione strumentale: ti dico bravo per rafforzare un comportamento che io adulto ritengo corretto (per le ragioni più svariate: perché mi rende le cose più semplici, perché non mi affatica fisicamente/mentalmente…).

In questo caso dunque, la lode, esattamente come la punizione, ha lo scopo di ottenere che il bambino agisca come l’adulto desidera. Una sorta di pillola indorata.

È un sistema che funziona, in effetti. Questo perché il bambino ha una vera e propria fame di approvazione. Essere apprezzati, essere riconosciuti, è necessario alla stessa esistenza.

Egli desidera intensamente che l’adulto lo ami e proprio per questo motivo si sforza di compiacerlo.

Ma è davvero questo che vogliamo dai nostri figli?

Vogliamo davvero trasmettere loro il messaggio che sono “Bravi” solo quando ci compiacciono, quando si comportano come noi vorremmo?

 

Cosa fare, allora?

 

Perdere l’abitudine di utilizzare in maniera incondizionata o inopportuna il “Bravo!” non è semplice.

Posto che si tratta di una abitudine radicata e quindi difficile da rompere, è importante capire che per riuscirci sono necessari consapevolezza e tanto esercizio.

La prossima volta che state per servirvene, fermatevi un momento a riflettere e ponetevi una domanda: perché sto per dire “Bravo“? Cosa voglio comunicare al mio bambino?

Se per esempio volete congratularvi per lui per un progresso raggiunto, esprimetelo chiaramente: “Hai costruito tutta la torre da solo dopo averci provato tanto! È davvero alta! Devi esserti impegnato molto vero?

 

toyreviewexperts.com

 

A differenza della lode sulla persona questo tipo di intervento, di natura descrittiva, aiuterà il bambino a spostare l’attenzione dal giudizio altrui su di sé, alle proprie azioni e alle loro conseguenze.

È da ciò che egli trarrà soddisfazione e gratificazione, vera molla dell’autostima.

 

In conclusione

 

Mi sento così condannata dalle tue parole,
mi sento giudicata e allontanata,
prima ancora di aver capito bene.
Era questo che intendevi dire?”

 

Nella sua poesia Ruth Bebermeyer afferma che “le parole possono essere finestre oppure muri“.

Sta all’adulto prestare la dovuta attenzione al modo in cui si relaziona col proprio bambino, facendo sì che la comunicazione tra loro sia davvero attenta, propositiva e orientata alla relazione.

In un rapporto fondato sull’amore incondizionato infatti, la lode è addirittura superflua.

 

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* Wikipedia

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2 thoughts on “Non dirmi “Bravo!” – Modi per incoraggiare e motivare il nostro bambino in maniera efficace”

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