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Bambini e coltelli: perché dovrebbero utilizzarli e con quale progressione proporli

Bambini e coltelli: perché dovrebbero utilizzarli e con quale progressione proporli

 

Sono in molti a pensare che offrire ad un bambino sotto ai tre anni un qualsivoglia tipo di oggetto tagliente o appuntito significhi aprire le porte a ferite, tagli e incidenti vari.

Nel tentativo di preservarne la sicurezza, gli adulti si affanno ad eliminare ogni possibile fonte di rischio dal raggio di azione del bambino: piatti e bicchieri sono rigorosamente di plastica, la forchetta si usa solo sotto supervisione, i coltelli… i coltelli? Per carità! Quelli solo giocattolo!

L’esperienza condotta nelle strutture educative montessoriane da oltre un secolo ci dimostra, tuttavia, che permettere ai bambini di utilizzare oggetti reali (inclusi i coltelli) è fondamentale non solo per la loro autonomia, ma anche per trasmettere loro importanti insegnamenti.

Vediamo insieme quali.

 

Perché permettere ad un bambino di usare un coltello? 

 

Assumere un atteggiamento eccessivamente iperprotettivo, con l’obiettivo di salvaguardare i bambini da ogni possibile pericolo, rischia di condurre all’effetto esattamente contrario rispetto a quello auspicato.

Piuttosto che evitare i rischi, dovremmo aiutare e sostenere i nostri bambini nell’affrontare e sostenere gli stessi, attraverso un intervento studiato ed intelligente.

Proporre al bambino oggetti reali, in maniera graduale e sempre sotto la nostra supervisione, lo aiuta ad apprendere ad essere prudente ed attento nel loro utilizzo, evitando così impieghi impropri e potenzialmente pericolosi.

La stessa cosa non si potrà certamente dire di un bambino che non ha mai visto un oggetto tagliente e non ha quindi potuto apprendere nulla in merito alle conseguenze potenziali di un suo utilizzo inadeguato. Cosa accadrebbe se questi riuscisse ad esempio a raggiungere un oggetto tagliente lasciato incustodito?

Un bambino che non ha mai conosciuto il rischio non sarà, al momento opportuno, in grado di misurarsi opportunamente con esso.

 

wildflowerramblings.com

 

Ovviamente, con questo non si intende che si debba dotare un bambino di un anno di un coltello affilato.

Le chiavi per la sicurezza sono costituite dall’interesse e dalla gradualità.

Potremmo iniziare a proporre primi oggetti taglienti quando il nostro bambino manifesterà un effettivo interesse per tale attività. Questo perché l’interesse è il motore dell’apprendimento, è fonte di concentrazione ed impegno.

Quando il vostro bambino è calmo (stanchezza o malumore possono infatti causare scarsa concentrazione o utilizzi impropri degli oggetti) e manifesta interesse potete iniziare a presentare prime proposte, offrendogli prima una dimostrazione dell’uso corretto dell’oggetto e rimanendogli accanto per tutto il tempo dell’attività.

All’inizio gli utensili saranno reali ma “a prova di bambino”, sicuri.

Ogni volta che il bambino avrà compiuto dei progressi, migliorando la propria abilità nel maneggiare lo strumento di taglio e dimostrandosi sicuro e prudente, potrete fare un passo in avanti, offrendogli un utensile più avanzato.

 

Quale progressione seguire?

 

Tra i 12 e i 18 mesi il bambino inizia a mangiare da solo. Già a questa età è possibile iniziare a far sì che egli familiarizzi con lo strumento coltello.

L’ideale sarebbe proporgli un coltello da burro, piccolo e non tagliente. Si tratta dello strumento perfetto per favorire la familiarizzazione del bambino con questo utensile ed aiutarlo ad apprendere la presa più sicura e corretta per tagliare e/o spalmare.

Possiamo tranquillamente proporne uno al bambino durante i pasti o nella preparazione degli stessi, ad esempio con dei pezzetti di pane con la marmellata o con patate lesse molto morbide.

 

 

Intorno ai 18 mesi, quando il bambino ha acquisito migliori competenze motorie ed inizia a comprendere l’utilizzo corretto di tali utensili, possiamo proporgli un cutter per alimenti. Anche qui, sarà l’adulto a dover mostrare l’utilizzo corretto dello strumento, stabilendo le dovute regole (ad esempio, il cutter si utilizza solo in presenza di mamma o papà).

All’inizio offrite solo alimenti molto morbidi, come la banana o la verdura lessa. Gradualmente il bambino acquisirà la competenza necessaria per tagliare diversi tipi di alimenti.

Si tratta di un utensile sicuro e molto pratico, che permetterà ai bambini di partecipare a molte attività in cucina, sviluppando così anche un rapporto sano con l’alimentazione.

Eccone una selezione da offrire secondo un criterio di gradualità:

 

 

Orientativamente dopo i 2 anni, quando il bambino avrà acquisito le competenze motorie e di controllo necessarie, potremo iniziare a proporre primi coltelli con la punta arrotondata. Molto importante sarà offrire oggetti proporzionati, poiché il bambino riuscirà ad afferrarli e ‘gestirli’ meglio, evitando così il rischio di potenziali incidenti.

Con i 3 anni, grazie all’esercizio e alla pratica quotidiana, il bambino diverrà in grado di utilizzare utensili sempre più complessi. Dal coltello per affettare al pelapatate, dal tagliafrutta all’affettauovo. Cercate anche qui di preferire oggetti proporzionati e studiati per i bambini (i prodotti Opinel, ad esempio, sono progettati per essere utilizzati in totale sicurezza):

 

 

In conclusione

 

Per poter apprendere il bambino necessita di compiere esperienze concrete. Più che dalle nostre ansie, dovremmo cercare di farci guidare dal nostro bambino, dal suo desiderio vitale di apprendere e dalla motivazione intrinseca che lo spinge a fare sempre meglio.

Solo se daremo loro fiducia li renderemo adulti attenti, prudenti e responsabili.

 

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Per approfondire ed applicare la pedagogia Montessori in casa, leggi il mio nuovo libro:

 

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In quanto individuo sociale, il bambino presenta fin dalla nascita legami che in vari modi finiscono per limitare la sua attività.

Un metodo educativo incentrato sulla libertà deve quindi operare prima di tutto per aiutare il bambino a conquistarla, liberandosi da tutti quei legami che limitano le sue manifestazioni spontanee, e guidarlo per i sentieri dell’indipendenza.

Maria Montessori infatti scriveva: “Non si può essere liberi se non si è indipendenti[1].

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