Ampliare il vocabolario con il metodo Montessori: La lezione dei tre tempi
La lezione dei tre tempi è una tecnica utilizzata nel metodo Montessori quale aiuto allo sviluppo del linguaggio da parte del bambino.
Essa consente infatti di offrire al bambino la corretta nomenclatura degli oggetti e delle loro qualità. Praticare la lezione dei tre tempi dopo che il bambino ha avuto modo di sperimentare sensorialmente un oggetto lo aiuta a creare e fissare nella propria mente l’associazione tra nome e cosa (ad esempio il nome “penna” per il relativo oggetto) e tra nome della qualità e qualità della cosa (ad esempio “rosso” all’oggetto rosso).
Questa tecnica può essere utilizzata per arricchire il vocabolario del bambino fin dagli 8-9 mesi. Anche se il bambino ancora non parla la sua mente, grazie alle direttive della nebula del linguaggio e alle spinte del periodo sensitivo del linguaggio, è tesa verso l’ambiente per assorbire gli stimoli linguistici presenti in esso, poi rielaborati nelle profondità dell’inconscio e quindi assimilati.
Come qualsiasi altra tecnica però per risultare efficace deve essere applicata correttamente. In particolare sarà importante prestare attenzione, nella sua applicazione, ad essere:
- Concisi: La lezione deve essere breve e concisa. Essa risulterà essere tanto migliore quante maggiori saranno le parole superflue risparmiate;
- Chiari: La lezione deve essere semplice e limitarsi a dare la corretta nomenclatura a pochi oggetti reali e presenti nel campo percettivo del bambino;
- Obiettiva: La lezione è obiettiva, centrata non sull’adulto ma sull’oggetto da presentare, il solo a dover risaltare.
Altra grande accortezza dovrà essere posta nell’isolare gli oggetti al centro della lezione (aiutando così l’attenzione del bambino a polarizzarsi su di essi) e nel compiere tutti i gesti lentamente, con grazie e attenzione. All’inizio è bene proporre un numero limitato di oggetti (massimo 3-4) e poi gradualmente aggiungerne di nuovi.
Per limitare lo spazio di attività è consigliabile porre gli elementi su di un tappetino di feltro o anche su di un tappeto e conservare tutti gli elementi all’interno di un cestino o di una sacchetta.
La lezione, come dice il nome stesso, prevede una esecuzione suddivisa in tre momenti, o periodi:
1° TEMPO: Associazione dell’oggetto con il nome
L’adulto articola i nomi corrispondenti agli oggetti “pronunciando le parole molto spiccatamente e con voce forte in modo che i vari suoni componenti la parola siano dal bambino distintamente e nettamente percepiti”[1].
- L’adulto estrae un oggetto dal cestino/sacchetto e ne pronuncia il nome (ad esempio: “Mucca”);
- Pone l’oggetto su di un tappetino di fronte al bambino e gli offre la possibilità di manipolarlo (ad esempio: “Vuoi toccare mucca?”);
- Quando il bambino ha terminato prosegue con un altro oggetto.
Nessuna parola superflua deve essere pronunciata: solo facendo così si potrà favorire la creazione dell’associazione tra oggetto e nome da parte del bambino.
2° TEMPO: Riconoscimento dell’oggetto corrispondente al nome
L’adulto deve verificare se la denominazione è stata associata correttamente all’oggetto. Dopo aver lasciato trascorrere qualche istante in silenzio, egli quindi chiederà al bambino di riconoscere l’oggetto sulla base del nome (Ad esempio: “Mi prendi mucca?”, “Mi indichi mucca?”, “Sposti qui mucca?“).
Se il bambino prenderà/indicherà l’oggetto corretto l’adulto avrà la riprova che l’associazione è stata creata correttamente.
Dice Maria Montessori che “il secondo tempo è il più importante di tutti e contiene la vera lezione, il vero aiuto mnemonico e associativo. […] Ripetendo molte volte l’interrogazione la maestra ripete quel nome che sarà finalmente ricordato, e in ogni ripetizione il bambino, rispondendo per indicare l’oggetto, ha ripetuto l’esercizio di associarvi la parola che va imparando e fissando”[2].
Nel caso il bambino dovesse prendere/indicare un oggetto diverso da quello richiesto è importante che l’adulto non lo corregga con un secco “No!”. Pronunci piuttosto il nome dell’oggetto preso/indicato dal bambino e richieda nuovamente l’altro oggetto (ad esempio se il bambino prendere il cane invece della mucca, come richiesto, l’adulto non dovrà correggerlo duramente, ma piuttosto dire: “Cane. Mi prendi mucca?”).
Montessori scrive infatti che se con la correzione “noi dicessimo per es. << no, hai sbagliato; è così>>, tutte queste parole, che essendo di rimprovero lo colpirebbero più delle altre, rimarrebbero esse nella mente del bambino, ritardando l’apprendimento dei nomi”[3].
3° TEMPO: Acquisizione dell’associazione
Il terzo tempo può essere svolto solo nel caso il bambino già parli poiché prevede che sia il bambino a pronunciare la denominazione dell’oggetto. In questa fase infatti l’adulto compie una verifica di quanto svolto, chiedendo, indicando l’oggetto, “Cos’è questo?”. Se l’associazione nome-oggetto sarà stata fissata il bambino risponderà in maniera corretta.
Come svolgere la lezione dei tre tempi: un esempio pratico
Vediamo ora un esempio pratico di lezione dei tre tempi applicata alla nomenclatura di oggetti in miniatura misti.
L’occorrente per svolgere l’attività è:
- Una sacchetta di stoffa decorata in cui raccogliere il materiale;
- Un tappetino di feltro;
- Una serie di oggetti familiari in miniatura, di varie forme e materiali: io ho scelto una paletta di legno, una chiave e una tazzina di porcellana.
Per prima cosa si invita il bambino a svolgere l’attività, evitando costrizioni e rispettando anche un suo eventuale rifiuto, quindi si prende il materiale e lo si pone sul piano di lavoro. Guardando il bambino si nomina l’attività “Oggi nominiamo degli oggetti”.
Aprire la sacchetta e prendere dall’interno il tappetino, estrarlo e distenderlo sul piano di lavoro al centro tra sè e il bambino.
1° TEMPO: Associazione dell’oggetto con il nome
Estrarre dalla sacchetta il primo oggetto, mostrarlo al bambino e pronunciarne il nome: “Paletta”.
Posare l’oggetto sul tappetino e invitare il bambino a sperimentarlo sensorialmente toccandolo: “Vuoi toccare paletta?”.
Quando i bambino lo riappoggia, mettere l’oggetto in alto a sinistra sul tappetino, quindi proseguire con un altro oggetto.
Ripetere la sequenza precedente con tutti gli oggetti, quindi mostrare al bambino l’interno
della sacchetta e dire: “Vuota!”.
Allontanare la sacchetta dal tappetino.
Dopo aver fatto una piccola pausa rinominare tutti gli oggetti indicandoli e scandendo bene le parole: “Paletta, tazzina, chiave”.
2° TEMPO: Riconoscimento dell’oggetto attraverso la parola
Fare al bambino delle richieste, ponendo delle domande che lo aiutino, nell’esecuzione delle attività, a fissare l’associazione tra nome e oggetto. Per esempio: “Mi dai cucchiaio?”, “Metti qui tazzina”, “Prendi chiave!“. Fare almeno una domanda per ogni oggetto.
3° TEMPO: Acquisizione dell’associazione
Dopo una breve pausa indicare il primo oggetto e chiedere “Cos’è questo?”. Attendere la risposta del bambino: se è corretta proseguire, altrimenti ribadire il nome corretto e riporre la domanda. Dopo aver chiesto al bambino il nome di tutti gli oggetti è possibile terminare l’attività: si pone la sacchetta di lato al tappetino e con la collaborazione del bambino si mettono all’interno prima tutti gli oggetti e poi il tappetino. Una volta terminato si rimette in ordine la sacchetta, insieme al bambino.
In conclusione
La lezione dei tre tempi è una tecnica strutturata ma semplice e coinvolgente, che può quindi essere facilmente utilizzata anche a casa per offrire ai bambini i nomi di ortaggi, di fiori, di animali, e di tutti gli oggetti che popolano l’ambiente che lo circonda.
Se l’articolo ti è piaciuto condividilo!
[1] Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, 1999, p. 172.
[2] Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, 1999, p. 173.
[3] Maria Montessori, La scoperta del bambino, Garzanti, 1999, p. 174.
14 thoughts on “Ampliare il vocabolario con il metodo Montessori: La lezione dei tre tempi”