Lasciamoli sbagliare: l’errore, chiave per la crescita

Lasciamoli sbagliare: l’errore, chiave per la crescita

 

Gianni Rodari diceva che “gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli“.

Se guardiamo alla nostra società, però, questo messaggio sembra essere stato dimenticato. Vi sono pressioni continue alla perfezione e alla competizione.

L’errore, il fallimento, sono considerati degli scheletri da occultare nell’armadio, una debolezza da nascondere.

Ma davvero è questo il messaggio che vogliamo comunicare ai nostri bambini?

Vogliamo davvero spingerli esasperatamente verso una perfezione che, in fondo, sappiamo bene non esistere?

La realtà è che solo dando ai nostri bambini la libertà di sbagliare, possiamo offrirgli la possibilità di apprendere grandi lezioni di vita.

Maria Montessori lo sottolineava già un secolo fa. Il primo passo per crescere e perfezionarci liberamente consiste nell’abbandonare questo macigno della perfezione e dell’infallibilità:

 

Consideriamo l’errore per sé stesso. E’ necessario ammettere che tutti possiamo sbagliare; è una realtà della vita, cosicché l’ammetterlo è un gran passo verso il progresso.

Se dobbiamo percorrere il sentiero della verità e della realtà, dobbiamo ammettere che possiamo tutti sbagliare, altrimenti saremmo tutti perfetti. Così meglio sarà avere verso l’errore un atteggiamento amichevole e considerarlo come un compagno che vive con noi ed ha un suo scopo, perché veramente ne ha uno. Molti errori si correggono spontaneamente nel corso della vita”

 

Se fin da piccoli cresciamo con la paura dell’errore, saremmo sempre dipendenti dal giudizio altrui, poco sicuri di noi stessi e timorosi dell’ignoto.

Se, invece, fin dalla più tenera età esso ci verrà presentato per quello che è (una componente naturale della vita, scevro di ulteriori significati che non gli appartengono realmente), avremmo di certo più possibilità di crescere liberi di paure, senso di inferiorità e insicurezza.

Ciò che allora dovrebbe attrarre la nostra attenzione e richiamare il nostro impegno non dovrebbe esser tanto l’impedimento dell’errore, quanto la capacità di esercitare un controllo dello stesso. Maria Montessori lo definiva “il controllo individuale dell’errore“:

 

Una delle più grandi conquiste della libertà psichica è il rendersi conto che noi possiamo fare un errore e possiamo riconoscere e controllare l’errore senza aiuto”

 

Baan Dek Montessori

 

Sapere di poter sbagliare ma anche di essere in grado di correggere da soli quell’errore infonde nel bambino grande senso di fiducia in sé e nelle proprie capacità, inoltre lo incoraggia a non temere di sperimentare varie possibilità e soluzioni.

Man mano che si incontrano errori si impara sempre più anche a comprenderne la struttura logica e quindi a correggerli, arrivando alla soluzione corretta.

Se invece l’errore viene il più possibile evitato (ad esempio sostituendosi al bambino non appena lo si vede in difficoltà) o corretto dall’esterno, si perdono tutte queste straordinarie opportunità di autonomia e crescita.

Si rimane, al contrario, insicuri e con scarsa autostima.

 

Popsugar

 

Per tutte queste ragioni, l’ambiente montessoriano è pensato per consentire il controllo dell’errore in maniera autonoma da parte del bambino. Tutti i materiali e le attività denunciano in maniera palese lo sbaglio compiuto, offrendo così al bambino la possibilità di correggersi autonomamente.

Ad esempio, le goccioline d’acqua che cadono sul piano di lavoro durante un travaso gli indicano che i suoi movimenti sono stati troppo bruschi. O ancora, l’asola rimasta vuota gli fa comprendere di non aver seguito l’ordine corretto nell’allacciatura del telaio con i bottoni…

In un ambiente così pensato, il ruolo dell’adulto sarà solo quello di offrire un modello corretto della prestazione e, quindi, di osservare il bambino lavorare da sé al proprio perfezionamento.

Si tratta di un approccio che consente lo sviluppo del senso critico e del pensiero divergente, qualità centrali per vivere nella società odierna.

 

In conclusione

 

In quanto adulti, genitori ed educatori, dovremmo fare un profondo lavoro su noi stessi per recuperare l’ormai perduta valenza positiva dell’errore.

Impariamo a non intervenire quando vediamo i nostri bambini cimentarsi con le difficoltà, ma piuttosto godiamoci quel meraviglioso processo di costruzione e di crescita che proprio l’errore ci consente di compiere.

 

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