Le attività di vita pratica: una palestra per la conquista dell’autonomia

Le attività di vita pratica: una palestra per la conquista dell’autonomia

 

Le attività di vita pratica rivestono grande importanza nel Metodo Montessori.

Le attività di vita pratica sono così chiamate poiché riconducibili ad attività tipicamente svolte nella vita quotidiana. Partendo da quelle più semplici fino ad arrivare a quelle più complesse esse costituiscono per il bambino una palestra per la conquista dell’autonomia.

Esse sono fondamentali perché:

Nutrono i periodi sensitivi (ad esempio del movimento);

Preparano e raffinano i movimenti (sviluppandone controllo e coordinazione);

– Essendo basate su di una serie di movimenti orientati al conseguimento di scopi precisi permettono la costruzione dell’intelligenza;

Sviluppano la concentrazione e l’indipendenza del singolo bambino.

 

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Le esperienze di vita pratica sono attività vera: esse possono essere definite come «occupazioni serie e azioni che lo mettano a contatto con la realtà» (Lubienska, 2001a, p. 51).

Il bambino a quell’età ha bisogno di un contatto con la realtà, di appoggiarsi su cose vere per esplorare il suo ambiente, di fare le sue esperienze, non di vivere in un mondo di favole dove vige un’immaginazione distaccata da ogni legame con la realtà.

Non si tratta di un gioco di finzione: quando il bambino lava il piano di lavoro non fa finta di lavare, ma lava davvero, così quando cuce, stira, spolvera. Tutti gli strumenti utilizzati sono veri, non sono giocattoli, ma oggetti uguali a quelli usati dagli adulti nelle faccende domestiche ma proporzionati, in modo che possano essere facilmente maneggiati dai bambini.

Spesso l’adulto, cercando di evitare di far stancare il bambino, produce l’effetto contrario e dunque non gli permette di produrre lavori autentici, come al bambino piacerebbe.

Lavorando davvero invece il bambino soddisfa i suoi bisogni interiori di lavorare e di agire come vede fare dall’adulto e, proprio grazie a questo agire, il bambino diviene gradualmente capace di controllare in modo raffinato i movimenti del suo corpo e delle mani.

Le attività di vita pratica sono centrali nella Casa dei bambini, ma sono presenti anche nel Nido.

 

Esse vengono convenzionalmente suddivise in:

 

Attività di cura dell’ambiente – Ad esempio: lavare e asciugare; apparecchiare e sparecchiare; travasare; piegare; spolverare; tagliare; stendere…

 

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La presentazione di questi esercizi avviene individualmente. Il loro scopo è quello di insegnare al bambino ad avere cura dell’ambiente e di aiutarlo nello sviluppo della coordinazione dei movimenti.

 

Attività di cura della persona – Ad esempio: vestirsi e svestirsi; abbottonare e sbottonare; mettere e togliere le scarpe; lavare le mani, il viso, i denti…

 

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La presentazione di questi esercizi avviene individualmente. Il loro scopo è quello di far acquisire autonomia al singolo bambino, dandogli il grande piacere di saper bastare da sé alle proprie necessità materiali.

Si tratta di attività sono per la maggiore parte costituite da sequenze che possono includere numerosi passaggi.

Lavarsi le mani ad esempio non si riduce al semplice scopo di lavare ma implica: prendere il vassoio, portarlo sul tavolo, versare l’acqua, insaponare le mani, sciacquarle, asciugare le mani, aprire il barattolo, spalmarsi un po’ di crema, richiudere il barattolo, lavare i contenitori utilizzati, svuotare l’acqua utilizzata nel secchio, asciugare eventuali sgocciolature, piegare asciugamani e strofinacci e riporre il vassoio nuovamente al proprio posto.

 

 

I gesti precisi che deve compiere consentono al bambino di diventare padrone dei suoi atti. Così la vita pratica può essere considerata come un cammino che accompagna la transizione tra i primi movimenti della mano – movimenti grossolani del bambino che non padroneggia ancora la raffinatezza del movimento – ad attività più complesse che richiedono una manualità più sviluppata e una sequenza di attività diverse.

Queste attività permettono al bambino di prendere coscienza dell’importanza di rispettare l’ambiente, la propria persona e quella altrui. Esse fanno emergere un sentimento di dignità dovuto al fatto che il bambino si scopre come capace di svolgere attività che di solito vede fare dagli adulti. Egli impara anche a bastare a sé stesso per vestirsi, allacciarsi le scarpe e quant’altro.

La gioia profonda manifestata dal bambino che si scopre competente non può che convincerci delle grandi potenzialità della vita pratica per sviluppare l’intera personalità del bambino cosciente e responsabile.

 

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