Libertà e limiti secondo Maria Montessori

Libertà e limiti secondo Maria Montessori

 

Da quando mi occupo di educazione montessoriana, mi è capitato spesso di sentirmi porre una fatidica domanda: “Ma se c’è libera scelta, allora i bambini fanno tutto ciò che vogliono, quando lo vogliono?“.

In “La mente del bambino” Maria Montessori ci racconta un episodio utile proprio a portar luce sulla questione: una donna in visita in una Casa dei bambini si rivolse ad un bambino chiedendogli: “Così questo è il posto in cui fate quello che volete, non è vero?“. E il bambino le rispose: “No signora, noi non facciamo quello che vogliamo, vogliamo quello che facciamo!“.

Ecco la ricetta del successo secondo Maria Montessori: un giusto equilibrio tra libertà e limiti.

 

 

Secondo la dottoressa, infatti, “La libertà e la disciplina sono due facce della stessa medaglia: non può esserci l’una senza l’altra“.

Come sappiamo, la libertà di scelta è un principio fondante dell’educazione montessoriana: in un ambiente accuratamente preparato e ricco di materiali scientifici adeguati ai bisogni delle diverse età, il bambino ha la possibilità di scegliere, sulla base delle proprie disposizioni interiori di sviluppo, l’attività cui dedicarsi.

Esprimere una scelta consente al bambino di esercitare la propria volontà, di riflettere sui propri bisogni e dirigere le proprie energie costruttive verso ciò che è funzionale al proprio sviluppo.

Libertà, quindi, non significa “fare ciò che si vuole”, e il bambino impara presto che la propria libertà ha un confine invalicabile: la libertà degli altri.

 

Perché è importante porre dei limiti, e come farlo?

 

L’assenza di limiti e di regole che purtroppo non di rado si riscontra in molte famiglie rischia di creare un bambino totalmente incapace di autoregolazione e di interesse durevole, isolato dagli altri per via del proprio comportamento prepotente.

Il problema di fondo sta nella visione negativa che si ha del limite. Spesso il genitore fatica ad imporsi con fermezza, non comprendendo l’importanza che ciò ha per una sana crescita del bambino: i limiti sono necessari perché offrono una guida, un orientamento alla condotta e quindi generano sicurezza e fiducia (e ciò non vale solo per i bambini, ma anche per gli adulti!).

Ma veniamo alla domanda un milione di dollari: come fare affinché il bambino rispetti i limiti?

Innanzitutto è importante che le regole siano poche, concise e chiare al bambino. Dato poi che la disciplina va appresa e non imposta (nel Metodo si parla infatti di “autodisciplina“) è molto importante non istituire regole arbitrarie, ma esplicare sempre la ragione del limite stabilito.

Nella prima infanzia i limiti più importanti riguardano essenzialmente 3 ambiti:

 

  • Il rispetto nei confronti degli altri;
  • Il rispetto degli oggetti;
  • Il rispetto dell’ambiente.

 

 

A partire da questi ambiti di limiti più generali possiamo arrivare ora a formulare qualche esempio di limite più concreto, secondo quanto detto fin ora:

 

  • Quando si è finito di usare una cosa, la si rimette al suo posto, così sappiamo sempre dove trovarla“;
  • Se vuoi dire qualcosa a X puoi farlo con le parole, le mani si utilizzano solo per lavorare“.

 

Dimentichiamoci quindi i classici e duri “Ho detto di no!” e le ancor peggiori minacce (“Se non metti a posto non andrai a giocare!“) e formuliamo regole chiare e che il bambino possa, con il nostro sostegno, gradualmente interiorizzare.

Non scoraggiamoci se il bambino non rispetta i limiti che cerchiamo di porre, ma interroghiamoci piuttosto sul perché ciò avviene. Possono esserci infatti diverse ragioni: potremmo non essere stati in grado di formulare adeguatamente la regola e dunque egli non ne capisce le ragioni.

Può anche essere che il bambino è semplicemente troppo piccolo per comprendere il limite in sé: come ci spiega la Montessori il bambino inizia a capire il senso delle regole intorno all’anno e mezzo di età e a partire da quel momento comincia a seguirle (a volte più, a volte meno). È molto importante quindi che l’adulto:

 

  • Dia limiti semplici e molto chiari;
  • Li ponga in positivo piuttosto che in negativo: piuttosto che dire “Non si mettono i piedi sul tavolo” possiamo dire “I piedi stanno sul pavimento“;
  • Sia il primo a rispettare le regole vigenti!

 

In conclusione

 

La cosa più difficile per molti adulti, soprattutto per i genitori, è trovare il giusto equilibrio tra l’essere permissivi e l’essere autoritari: è molto importante che l’adulto, quando necessario, indichi al bambino qual’è il limite che non può essere sormontato, con calma e serenità, ma anche con fermezza.

E voi? Quali limiti giudicate fondamentali, e come li presentate ai vostri bambini?

 

 

Se l’articolo ti è piaciuto condividilo!   

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *