Montessori e le Neuroscienze: l’importanza dei primi 3 anni di vita

Montessori e le Neuroscienze: l’importanza dei primi 3 anni di vita

 

Per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente

che gli consenta di svilupparsi liberamente”

 

Maria Montessori

 

Maria Montessori è stata a tutti gli effetti una pioniera nel settore educativo. Grazie alle sue osservazioni e ai suoi studi è stata in grado non solo di rivoluzionare le pratiche vigenti, ma di modificare la visione stessa del bambino.

All’immagine, propria della tradizione, di bambino quale essere privo di coscienza, tabula rasa tutta da scrivere per mano dell’adulto, ella sostituisce una visione di bambino come individuo competente, che alla nascita già possiede in potenza tutte le risorse necessarie per edificare da sé l’uomo e l’insieme delle sue facoltà (pensiero, linguaggio, movimento…).

Tutto ciò, come scoprì Montessori oltre un secolo fa, è possibile grazie alle particolari caratteristiche della mente infantile, una mente che funziona in maniera differente da quella adulta, perché cresce e si sviluppa assorbendo in maniera semplice e naturale ciò che la circonda sulla base di direttive di sviluppo interiori.

Queste scoperte condussero la dottoressa Montessori a mettere in atto una vera e propria rivoluzione educativa, basata sulla convinzione che “per aiutare un bambino, dobbiamo fornirgli un ambiente che gli consenta di svilupparsi liberamente” .

Ella creò quindi degli ambienti a misura di bambino, con oggetti curati e proporzionati utili a favorire il più possibile l’attività autonoma infantile, sviluppò dei materiali scientifici per lo sviluppo dei sensi e per l’apprendimento delle varie discipline (linguaggio, matematica, botanica, geografia…) e, soprattutto, formò migliaia di educatori ed insegnanti al suo nuovo approccio.

Ebbene, la bella notizia è che i benefici che l’educazione Montessori ha sullo sviluppo infantile sono oggi confermati anche dalle Neuroscienze!

A sostenere questa tesi è il neuropsicologo Steve Hughes, in passato presidente dell’American Academy of Pediatric Neuropsychology e genitore montessoriano.

Dopo anni di studio e di sperimentazione personale egli è arrivato alla conclusione che applicare il Metodo Montessori con i propri figli consente di potenziare il loro sviluppo neurologico e di rafforzare alcune funzioni cognitive.

Vediamo insieme alcune delle intuizione montessoriane supportate dalle moderne ricerche neuroscientifiche.

 

La mano, organo dell’intelligenza

 

This Merry Montessori

 

In La scoperta del bambino Maria Montessori scrive:

 

La mano è lo strumento espressivo dell’umana intelligenza: essa è l’organo della mente… La mano è il mezzo che ha reso possibile all’umana intelligenza di esprimersi ed alla civiltà di proseguire nella sua opera.Nella prima infanzia la mano aiuta lo sviluppo dell’intelligenza e nell’uomo maturo essa è lo strumento che ne controlla il destino sulla terra.

 

Oggigiorno sappiamo che tutto questo corrisponde a verità. Le neuroscienze, infatti, confermano che le mani rappresentano la principale fonte di informazione per il nostro cervello e, quindi, svolgono un ruolo cruciale nei processi di apprendimento, proprio come sosteneva Maria Montessori.

Ne consegue che il bambino, costruttore della propria mente ed edificatore delle facoltà umane, debba essere posto in un ambiente educativo pensato e strutturato dall’adulto per favorire non solo il pensiero, ma anche l’azione, il movimento finalizzato ad uno scopo intelligente.

 

I periodi sensitivi

 

ThoughtCo

 

Un altro grande contributo di Maria Montessori riguarda i periodi sensitivi, che ella descrive come periodi dello sviluppo in cui il soggetto si rivela particolarmente sensibile all’acquisizione di certi caratteri/apprendimenti e dunque si dedica in maniera assidua a quelle attività che gli permettono di acquisire nuove abilità.

In questi periodi il bambino compie apprendimenti quasi miracoli (si pensi al linguaggio) e lo fa naturalmente, senza sforzo.

Le neuroscienze hanno avvalorato questa intuizione, confermando l’esistenza di fasi in cui il cervello ha bisogno di una particolari stimolazione per svilupparsi adeguatamente.

 

I neuroni specchio e l’importanza dell’esempio

 

NAMC Montessori Teacher Training Blog

 

I neuroni specchio sono stati scoperti tra gli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo da un gruppo di ricercatori coordinati dall’italiano Giacomo Rizzolatti.

Situati in specifiche zone del cervello (in aree motorie e premotorie, nell’area di Broca e nella corteccia parietale inferiore), i neuroni specchio si attivano quando compiamo certe azioni, ma anche quando vediamo compiere da altri le stesse azioni.

Essi rivestono, secondo i più recenti studi, una funzione fondamentale nella comprensione delle azioni di altre persone e, quindi, nell’apprendimento attraverso imitazione.

Tale tipologia di apprendimento è sempre stata valorizzata all’interno degli ambienti educativi montessoriani. In un ambiente montessoriano, infatti, l’educatrice/insegnante non si limita ad una trasmissione astratta dei contenuti ma offre presentazioni e modelli di azione, lasciando poi il bambino libero di sperimentare e costruire a partire da ciò il proprio apprendimento.

Le classi, inoltre, sono generalmente miste, favorendo così il contatto, l’interazione e l’educazione tra pari (i grandi aiutano i più piccoli e imparano a loro volta da loro).

 

Consigli di lettura

 

Un articolo non è sufficiente ad approfondire pienamente l’attualità del pensiero montessoriano alla luce delle recenti scoperte dalle Neuroscienze. Vi consiglio dunque la lettura dell’ottimo testo Maria Montessori e le neuroscienze. Cervello, mente, educazione.

 

In conclusione

 

É davvero sorprendente constatare in che modo Maria Montessori sia stata in grado di anticipare, con i mezzi dell’epoca, tante incredibili scoperte.

Le attività e i materiali montessoriani sono progettati e realizzati per favorire lo sviluppo del movimento, dell’attenzione, della concentrazione, della volontà e dei sensi: tutti elementi centrali per la formazione di un sistema neurale efficiente, forte e sano.

Ora ne abbiamo un’ulteriore conferma.

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1 thought on “Montessori e le Neuroscienze: l’importanza dei primi 3 anni di vita”

  • Ho trovato l’articolo molto interessante sono un insegnante che per 40 anni ha scelto il nido e nella mia esperienza mi sono imbattuta nel metodo creativo stimolativo riabilitativo della dott.ssa Zora Drezancic. Ora l’ultimo libro che parla del metodo in maniera eccellente è ASCOLTO, PENSO E DICO processi di stimolazione del linguaggio un percorso con il Metodo Drenzancic scritto da LETIZIA DI PIETRO (allieva di Zora) e MATTEO FABERI (psicologo) con voce cantata modulata e ritmata fin dalla tenera età di 6 mesi con stimoli che sono in armonia con lo sviluppo aiutamo i bimbi ad entrare nel mondo del linguaggio giocando!! ‘Ancora c’è tanto DA POTER DONARE ai bimbi per poterli aiutare a superare le difficoltà con minor sforzo basta imparare ad Ascoltare chi spesso non ha voce! GRAZIE!

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