I periodi sensitivi

 

Maria Montessori è convinta che il processo evolutivo infantile non sia guidato dal caso, bensì segua delle specifiche direttive, fornite da quelli che lei definisce “periodi sensitivi” , fondamentali alla costruzione della vita psichica.

La Montessori riprese il concetto di periodo sensitivo dagli studi condotti dal biologo olandese De Vries sulla capacità di alcuni insetti di sopravvivere e di svilupparsi grazie a questi particolari periodi. Sua fu, però, l’idea di applicare tale teoria anche allo studio della crescita umana.

Nel Segreto dell’infanzia infatti scrive che: “Fu lo scienziato olandese De Vries che scoprì negli animali i periodi sensitivi, ma fummo noi, nelle nostre scuole, a ritrovare i periodi sensitivi nella crescenza dei bambini e a utilizzarli dal punto di vista dell’educazione[1].

 

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Se la mente del bambino è una mente assorbente, in quanto la costruzione della stessa avviene attraverso un assorbimento inconscio dell’ambiente, secondo Montessori tale assorbimento è possibile grazie ad alcune speciali “sensibilità” verso alcuni aspetti dell’ambiente piuttosto che altri.

Guardando al processo di crescita del bambino ella individua alcuni periodi sensitivi descrivendoli come periodi dello sviluppo in cui il soggetto si rivela particolarmente sensibile all’acquisizione di certi caratteri e dunque si dedica in maniera assidua a quelle attività che gli permettono di acquisire nuove abilità.

Queste sensibilità speciali sono però passeggere e generalmente funzionali all’acquisizione di uno specifico carattere. Ciò significa che quando questo carattere è stato sviluppato o comunque dopo un certo tempo, questa sensibilità svanisce. Non sfruttare la particolare sensibilità del momento verso una specifica acquisizione può dunque compromettere lo sviluppo psichico e la maturazione del bambino, anche a lungo termine (si pensi a casi emblematici come quello del fanciullo selvaggio dell’Aveyron seguito da Itard e ben noto a Montessori in virtù dei suoi studi). Sempre nel Segreto dell’infanzia infatti ella scrive che: “Se il bambino non ha potuto agire secondo le direttive del suo periodo sensitivo, è perduta l’occasione di una conquista naturale: ed è perduta per sempre[2].

In tal senso si potrebbe avvicinare il concetto di periodo sensitivo anche a quello di “periodo critico”, descritto da Konrad Lorenz (etologo che parlò dei periodi critici come di disposizioni innate all’apprendimento di ciò che è necessario alla sopravvivenza e allo sviluppo dell’animale).

Per Montessori dunque i periodi sensitivi rappresentano occasioni favorevoli per l’acquisizione di nuove abilità, in quanto durante essi il bambino apprende in maniera naturale, “vivendo con semplicità, con gioia, senza stancarsi[3], riuscendo a fare delle conquiste miracolose.

Queste “spinte animatrici”, questi “fari accesi” guidano il bambino a compiere determinate attività, nelle quali appare completamente assorbito, quasi ignorando ogni altra stimolazione ambientale, fino a quando dalla loro ripetizione non viene determinata una nuova abilità. Anche i periodi sensitivi sono dunque una affascinante testimonianza (al pari della mente assorbente) dell’eccezionale intensità del rapporto tra bambino e mondo esterno e della grandezza dei poteri psichici infantili.

Montessori rileva, attraverso le sue osservazioni del comportamento infantile, quattro principali periodi sensitivi nella fase 0-6 anni, che compaiono secondo una precisa sequenza:

  • Periodo sensitivo del movimento (0-4 anni);
  • Periodo sensitivo del linguaggio (0-6 anni);
  • Periodo sensitivo dell’amore per l’ambiente (0-6 anni);
  • Periodo sensitivo dell’ordine (0-3 anni).

Il periodo sensitivo del movimento consiste in una sensibilità speciale verso ciò che consente l’espressione corporea. Il movimento è centrale poiché allo stesso tempo condizione e risultato dello sviluppo psichico. Muoversi consente al bambino l’espressione dell’io, la costruzione della psiche, della coscienza, dell’intelligenza. Per poter sviluppare la sua intelligenza infatti il bambino ha bisogno di prendere contatto con la realtà, realtà che può cogliere attraverso il movimento. E’ necessario che l’adulto lasci che libertà di movimento al bambino, perché ciò che gli consente di sviluppare capacità di coordinazione e controllo. Egli potrà così imparare gradualmente  ad afferrare, toccare, girarsi, stare in equilibrio, gattonare e infine camminare.

Il periodo sensitivo dell’amore dell’ambiente è la chiara dimostrazione del rapporto intimo e speciale vigente tra il bambino e il suo ambiente. Il bambino ama l’ambiente perché desidera conoscerlo, assimilarlo:“Può considerarsi come un amore per l’ambiente quell’impulso irresistibile che nel corso dei periodi sensibili unisce il bambino alle cose. Non si tratta del concetto che si ha comunemente dell’amore, indicando con tale parola un sentimento emotivo: è un amore d’intelligenza che vede, osserva, e amando costruisce. […] Ed egli assorbe ciò che coglie per farlo parte della sua stessa vita e alimentare se stesso”. L’adulto quindi deve fare in modo di offrire una ambiente curato, pulito, ordinato, che invogli a mantenerlo come tale, se non addirittura a migliorarlo, che inviti all’attività, al lavoro e alla concentrazione.

Il periodo sensitivo del linguaggio esprime quella particolare sensibilità e quell’entusiasmo che fanno sì che il bambino incarni e faccia proprio il linguaggio del proprio ambiente di vita. Grazie ad esso il bambino distingue suoni e rumori dalle parole, si allena con le prime vocalizzazioni e quindi passa alle lallazioni, fino ad arrivare alle parole. Intorno ai 2 anni di età si verificherà il miracolo dell’esplosione del linguaggio…

Il periodo sensitivo dell’ordine infine, è stato definito da Montessori come uno dei più importanti e misteriosi. Esso si manifesta già nel primo anno di vita, accentuandosi nel secondo, periodo in cui secondo Montessori i bambini “dimostrano chiaramente, se pur in forma confusa, la loro esigenza di ordine nell’ambiente esterno[4].

In questo periodo i bambini desiderano che nell’ambiente ogni cosa sia al suo posto e non la cercano in un altro se non la trovano dove è sempre stata. Il fatto di conoscere la perfetta locazione di una cosa, ma anche di una persona, è per il bambino fonte di gratificazione, poiché rispetta il suo senso dell’ordine. L’esempio tipico è quello dei bambini di 2-3 anni che giocano a nascondino: spesso a questa età essi tendono a nascondersi sempre nello stesso posto, non perché poco intelligenti o carenti d’inventiva, ma perché il loro piacere in questo gioco sta nel fatto di ritrovare una persona sempre nello stesso posto!

La sensibilità all’ordine è chiara in quanto il bambino mostra l’esigenza di ricercare il rapporto tra cose ed oggetti e di operare collegamenti tra gli stimoli presenti nel suo ambiente. Queste operazioni sono importanti perché permettono al bambino di ordinare le proprie percezioni e ricavare da ciò una trama di interpretazione della realtà che lo circonda.

La Montessori dice a questo proposito che: “La natura pone nel bambino la sensibilità all’ordine, come costruzione di un senso interno che non è la distinzione tra le cose, ma la distinzione dei rapporti tra le cose; e perciò collega l’ambiente in un tutto ove le parti sono tra loro dipendenti. In tale ambiente conosciuto nel suo insieme diviene possibile orientarsi per muoversi e raggiungere degli scopi: senza tale acquisto mancherebbe il fondamento della vita di relazione[5].

Il bambino non può vivere nel disordine, perché questo è per lui fonte di sofferenza psichica, sofferenza che si manifesta ad esempio attraverso pianti disperati e forte agitazione, tutte condotte che l’adulto tende a scambiare per capricci e di cui fa difficoltà a comprendere la reale causa.

Uno degli esempi che Maria Montessori riporta all’interno del Segreto dell’infanzia è quello che ha per protagonista una bambina di circa sei mesi che durante la visita di una signora presso la sua dimora, comincia ad agitarsi, a piangere e a gridare. Il motivo del suo comportamento, totalmente frainteso dagli adulti presenti, è da individuare secondo Montessori nella collocazione che l’ospite ha dato al suo ombrellino da sole. Invece di deporlo nell’apposito spazio lo ha posto sul tavolo e la bambina accortasi di ciò continua a piangere senza sosta, fin quando la madre, colto il possibile motivo del disagio, toglie l’ombrellino dal tavolo. Immediatamente la bambina si placa, poiché la madre ha ripristinato con il suo atto il quadro consueto della posizione degli oggetti.

Questo episodio è importante per diverse ragioni. Innanzitutto esso mette in luce l’importanza dell’osservazione del comportamento infantile e dimostra come attraverso l’osservazione sia possibile acquisire quegli elementi conoscitivi necessari a modificare l’azione e garantire le condizione per il positivo sviluppo infantile. In secondo luogo esso permette di cogliere il peso che ha il rispetto dei periodi sensitivi infantili, la sofferenza che si può indurre non rispettandoli od ostacolandoli. Infine dimostra l’importanza di conoscere i periodi sensitivi stessi, la loro esistenza e le loro caratteristiche, perché solo attraverso la loro conoscenza e la capacità di riconoscerli è possibile predisporre le condizioni ambientali adeguate e comprendere anche quelle condotte infantili che altrimenti potrebbero sembrare prive di spiegazione, illogiche.

 

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[1] M. MONTESSORI, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti, 1999, pag. 52.

[2] M. MONTESSORI, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti, 1999, pag. 54.

[3] M. MONTESSORI, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti, 1999, pag. 54.

[4] M. MONTESSORI, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti, 1999, pag. 68.

[5] M. MONTESSORI, Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti, 1999, pag. 75-76.

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